Santuario e Arciconfraternita Nostra Signora del Suffragio, Patrona di Recco (Ge)
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L'APPARATO PROCESSIONALE

L’Arciconfraternita possiede un ricco apparato processionale che un tempo veniva usato l’8 settembre in occasione della processione in onore di N. S. del Suffragio.

Oggi, degli oggetti che lo compongono, vengono usati solamente la cassa della Madonna ed i crocifissi. Gli altri componenti possono essere ammirati nella mostra che ogni anno viene preparata nell’Oratorio in occasione della festa della Madonna.
L’apparato processionale si compone del gonfalone dell’Arciconfraternita, delle vesti processionali, dei crocifissi, dei fanali, delle mazze, e della cassa della Madonna.

L’antica processione era aperta dal gonfalone, seguivano i membri dell’Arciconfraternita paludati con le splendide vesti, i priori portanti le argentee mazze, la croce, i crocifissi, il clero, la cassa con la statua della Madonna seguita dal popolo. Ai lati del gonfalone, dei crocifissi e della cassa venivano innalzati i fanali.

Il gonfalone si compone di due teli uniti contornati da una cornice in velluto ricamato in argento e oro. Su un telo sono raffigurati San Martino ed il povero, dipinto della seconda metà de XVIII secolo, sull’altro telo è dipinta l’immagine di N.S. del Suffragio opera della prima metà del XIX secolo.

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La cassa della Madonna, opera di bottega ligure in argento sbalzato e cesellato punzonata “torretta”, è stata realizzata nel 1819.
La statua processionale di N.S. del Suffragio è opera lignea della metà del XIX secolo.

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Le antiche vesti processionali possedute dall’Arciconfraternita sono di due tipi. Le più antiche, dei primi decenni dell’ottocento, sono costituite da un tabarro in velluto nero e da una cappa di raso turchino, entrambi ricamati in oro, da una cintura e da un cappuccio.

Le vesti dei priori, con strascico e più sfarzose nella fattura, sono corredate anche dalle scarpe in velluto ricamate in oro.


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Vi è poi un secondo tipo di vesti, risalenti alla fine de XIX secolo, costituite da una cappa in raso rosso, da un tabarro di velluto verde con ricami argentei, da un cappuccio e da una cintura.

Poiché le antiche vesti, causa la loro fragilità e per preservarne la conservazione, non vengono più usate, nell’anno 2007 ne sono state confezionate dodici nuove composte da un tabarro di velluto verde con decorazioni in oro e da una cappa di raso rosso.


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La croce è opera lignea della fine del XVIII secolo, con ricami in argento.
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I crocifissi sono due: il “Cristo bianco”, realizzato alla fine del XIX secolo, ed il “Cristo moro” realizzato nella prima metà del ‘900. Sono detti bianco e moro dal colore della lignea immagine del Cristo. Le due croci sono in legno con ricami in argento completate dai “canti” (angoliere poste ai tre estremi dei bracci) e dal cartiglio, anch’essi in argento

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I sedici fanali, in legno scolpito e dorato, suddivisi in due serie di otto, sono opera rispettivamente degli inizi e della prima metà del XIX secolo.
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Le mazze pastorali, risalenti alla metà dell’ottocento,
sono in argento e raffigurano la Madonna e San Martino.

L'apparato processionale è stato esposto nell'Oratorio in occasione dell'evento "Genova 2004 Capitale della Cultura", cui l'Arciconfraternita ha partecipato con la mostra "Memoria - Segno - Profezia: Una Casaccia fra sfarzo e devozione".
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